Dal rugby: se qualcosa non funziona, cambiala
Il 26 febbraio 2017 in Inghilterra una partita di rugby ci ha insegnato tanto sul mindset.
Il rugby è uno sport che ha visto crescere l’attenzione non solo per l’agonismo ma anche per i tanti contenuti di crescita personale che trasmette.
E lo fa anche in situazioni che sembrano scontate, come la partita dell’Italia contro l’Inghilterra, a Twickenham, nel torneo Sei Nazioni che si è svolta il 26 febbraio 2017.
Immaginate la trama tipica di un film.
L’Italia è la nazione meno forte, considerata la Cenerentola del torneo.
L’Inghilterra è assolutamente la miglior squadra del mondo insieme ai famosissimi All Blacks della Nuova Zelanda.
Si gioca in uno dei tempi del Rugby, a Twickenham.
Non c’è un solo tifoso, appassionato e scommettitore che ipotizza una vittoria dell’Italia.
Spoileriamo subito il finale, non è un film ed in effetti poi l’Italia perde quella partita.
Si, ma nello sport c’è un piccolo dettaglio: le partite e le gare comunque le devi disputare. E può accadere di tutto.
Questo è il presupposto che conosce benissimo l’allenatore dell’Italia Conor O’Shea ed il suo staff tecnico che non vogliono essere l’agnello sacrificale. Prima della partita O’Shea aveva dichiarato “L’Italia si metterà l’elmetto” facendo intendere a una battaglia all’ultima goccia di sudore.
Nell’ipotetica trama di un film, l’allenatore riunisce la squadra a pochi secondi dalla fine delle partita ed ipotizza la strategia vincente.
Come abbiamo detto, questo non è un film, l’Italia si preparò a quella partita non solo con i muscoli ma con intelligenza ed astuzia, predisponendo una tattica mai pensata e mai vista su un campo da rugby.
Così innovativa che poteva essere al limite del regolamento, tanto che lo staff azzurro il giorno prima della partita parlò con l’arbitro per avere un via libera che arrivò.
Inizia la partita e da subito si capisce che sarà qualcosa che verrà ricordata a prescindere dal risultato, stavolta veramente come nei film.
L’Italia presenta una strategia difensiva nuova e inattesa, un colpo di genio che raccontiamo per gli appassionati: rinunciare a contestare la palla a terra lasciando placcato e placcatore da soli. Così non c’è più la linea del fuorigioco e l’Italia è andata a caccia del pallone in qualsiasi parte del campo, annientando di fatto qualsiasi gioco degli inglesi.
Nessuno all’inizio capisce cosa stia accadendo, se sono degli errori oppure se è una strategia a tavolino. Pian piano che la partita va avanti e l’Inghilterra è in clamorosa difficoltà, si capisce cosa lo staff tecnico azzurro aveva pensato.
Una tattica tanto stupefacente che il capitano inglese Hartley va a lamentarsi dall’arbitro chiedendo che impedisse quel gioco, con l’arbitro che risponde “Gli italiani sono in regola, gioca la partita”.
L’Italia termina il primo tempo con 2 mete e in vantaggio sui fenomeni inglesi, che rientrano negli spogliatoi arrabbiati e sconcertati.
Nessuno sa cosa sia successo nell’intervallo, sicuramente l’Inghilterra ha avuto il tempo di pensare ad una tattica alternativa e si è presentata in campo riorganizzata. La squadra di casa ha fatto valere la differenza tecnica ed atletica, andando poi a vincere come da pronostico la partita.
L’Italia ha comunque vinto, perché tutto il mondo dello sport ha acclamato il suo coraggio, con tanto di polemiche ed approfondimenti su tutti i media specializzati per i giorni successivi.
A noi essere umani, cosa ci insegna questa partita? Che suggerimenti ci possiamo portare a casa per la nostra crescita personale? Sicuramente più di uno.
Il primo: datti un obiettivo chiaro, in qualsiasi situazione.
L’Italia non poteva competere per la vittoria, si è data un obiettivo alternativo.
Questo lo puoi fare nello sport, ad esempio utilizzando una gara inarrivabile per allenarti.
Lo puoi fare nella vita, dandoti un obiettivo motivante e raggiungibile anche nelle situazioni più difficili.
Crescerà la tua autostima e la tua soddisfazione perché sentirai più di aver raggiunto qualcosa rispetto all’eventuale risultato negativo complessivo.
Il secondo: parti sempre da quello che hai e mai da quello che non hai, il famoso “bicchiere mezzo pieno”. L’Italia poteva disperarsi per non avere la tecnica e la forza atletica dell’Inghilterra. Poteva giustificarsi dicendo che giocava in trasferta su un campo “impossibile”. Invece ha contato le risorse a sua disposizione ed ha puntato sull’intelligenza tattica e la creatività possibile. E ha comunque vinto, al di là del risultato.
Infine: tutto è fattibile o quantomeno affrontabile, soprattutto dopo che qualcuno lo ha già fatto. Non c’è partita, non c’è sfida, non c’è esame che non si possa preparare e superare. Devi sempre scendere in campo, devi sempre affrontare quella situazione perché è meglio che non farlo.
Ancora di più se qualcuno lo ha fatto prima di te, abbattendo la convinzione che “non è fattibile”. Nel 1954 fu Roger Bannister a correre il miglio sotto i 4 minuti ed aprire una nuova frontiera.
Stavolta è stata l’Italia a fare qualcosa di inimmaginabile e a creare l’opportunità per altri di realizzarlo.
(Giammarco D’Orazio – Formatore e Sport Mental Coach)
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