Primo giorno dell’anno

Primo giorno dell’anno.
Lo stordimento dovuto alla nottata impegnativa si è fatto un tantino sentire, eppure, non so voi, ma io avverto potente ogni volta il senso di un nuovo inizio, come improvvisamente vedessi spalancarsi dinanzi a me grandi finestre di possibilità e la mia casa interiore venisse rinfrescata da una brezza fresca e profumata.

Scriveva Romano Battaglia: “Il vento ha poteri straordinari e porta con sé una linfa vitale che forse proviene da mondi sconosciuti. Quando veniamo investiti da quella brezza, proviamo un benessere incredibile, le nostre idee diventano più chiare e anche i pensieri si dilatano fino a farci vedere quanto di solito non riusciamo a scoprire. Nel vento può stormire la vita, se siamo in grado di sentire la sua voce.”

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L’anno è nuovo e nuovo sarà il vento che sferzante o carezzevole soffierà sulle vele dell’esistenza.
Colma di gratitudine per essere ancora qui, sento nuova quella linfa vitale, respiro il vento.

Bilancio di emozioni, a chiusura d’anno, giacché è davvero quanto resta impresso dei dodici mesi vissuti a penare e poi gioire con e per una persona che ha superato una malattia, ad empatizzare con i cari impegnati nelle personali traversie, a lavorare con passione, ad intessere relazioni di valore, ad amare senza se, a perdonare, a sperare, a combattere le avversità con coraggio, a curarsi le inevitabili ferite…

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E per il Natale ci siamo tutti cercati e raggiunti, abbiamo messo in atto lo straordinario pur di circondarci dell’affetto di parenti ed amici.
Ci siamo procacciati doni a dimostrazione del nostro reciproco bene.
Ci siamo riuniti intorno a deschi imbanditi, alberi di Natale, presepi. Per un po’ il tempo ha rallentato la sua corsa.
Ci siamo abbracciati, commossi, abbiamo finalmente avuto modo di tenere nella nostra la mano dei nostri genitori, di una nonna, un nonno, di una zia , di un fratello, di una sorella.
Siamo andati a salutare qualcuno che non vedevamo da tempo a testimoniare che il nostro affetto resta nonostante lo spazio sembri averlo inghiottito.
Ci siamo divertiti e abbiamo festeggiato.
Qualcuno ha persino cantato.
Ogni credente ha pregato.
Abbiamo scritto e inviato auguri. Siamo stati attenti a non dimenticare nessuno e ci ha fatto soffrire che qualcuno si sia dimenticato di noi.
Abbiamo navigato un mare di emozioni, come accade ogni anno, giacché è questo l’autentico senso che noi umani riusciamo a dare spontaneamente al Natale.

Queste lunghe festività ed il Natale in particolare ci piacciono ancora perché hanno il potere di avvicinarci agli altri, emozionandoci.
Da ogni gesto, da ogni parola, emerge il bisogno di celebrare la vicinanza, la presenza, il calore e nasce la consapevolezza della storia che si scrive nell’anima, nostra e altrui, anno dopo anno.

Felice presente e radioso futuro, dunque!
A ciascuno auguri di un emozionante 2018 mindsight, per dirlo con Daniel Siegel, un anno fatto di empatia, insight ed integrazione.