L’indifferenza: la non-emozione strategica

Sono sicuro che molti associano alla parola indifferenza una certa negatività. Ovvio! .. Dove sono la passione, il fuoco fatuo, il calore per gli altri esseri umani se c’è indifferenza? Certo! … Non facciamo altro che stimolarci alla guerra (figurata e non) .. pensa te se ora dobbiamo considerare positiva l’indifferenza, che poi neanche è catalogata ufficialmente tra le emozioni (almeno credo).

Eppure nelle culture orientali raggiungere un certo tipo di indifferenza è il percorso di una intera vita. Decine di anni di applicazione in pratiche yoga o similari per riuscire ad essere distaccati e non schiacciati dalle emozioni e dai pensieri. Ci sarà pure una ragione.

Forse vale la pena ragionarci un po’. Proviamo ad interpretare l’indifferenza come fanno loro, usando i principi base della Medicina Tradizionale Cinese. In questo caso il ciclo Yin e Yang.

Nel ciclo (continuo ed infinito) Yin e Yang tipico dei Cinesi non c’è discontinuità tra un qualcosa ed il proprio opposto: l’uno vive come conseguenza ed in preparazione dell’altro. A volte domina un estremo, che però nel tempo, più o meno lentamente, lascia il posto all’altro, che ad un certo punto diventa dominante a sua volta … e cosi via. Al giorno seguirà sempre la notte e, viceversa, alla notte il giorno.

Possiamo applicare lo stesso concetto alle emozioni: ogni emozione vive in bilanciamento con la propria emozione corrispondente opposta e (nel nostro cuore o nella nostra mente) entrambe si alternano passando da un massimo ad un minimo, attraverso dei brevi momenti in cui si bilanciano. Momenti che sono una specie di livello zero in cui nessuna delle due ha il sopravvento. Questi particolari momenti possono essere considerati dei punti di indifferenza.

Possiamo immaginare che:

1. una energia emozionale di “eccitazione ed attivazione”, possa diventare “paura”, a seconda di un nuovo stimolo improvviso ricevuto;
2. una energia emozionale di “caring – prendersi cura di qualcuno”, possa trasformarsi nel tempo in “rabbia” contro qualcuno;
3. e la “gioia” lasci lo spazio alla “tristezza”.

Tre diversi livelli di energia emozionale, ognuno caratterizzato da una coppia di emozioni contrapposte, che si possono alternare, passando da un opposto all’altro.
Quindi, gioco forza, anche fosse solo per un istante, passando da momenti neutri in cui nessuna delle due emozioni domina. L’indifferenza, appunto.

Ne va da se, che trasformare una situazione caratterizzata da paura, rabbia, tristezza in una dove viviamo l’eccitamento, caring e gioia è il sogno di tutti. Facile a dirsi, difficile a farsi. Praticamente impossibile in molti casi o per molte persone.

Può diventare quindi strategico riuscire, per ognuno dei 3 livelli emozionali, separatamente, spostarsi dal campo da cui siamo travolti almeno fino al livello zero, di equilibrio, cio’ al punto che potremmo chiamare di indifferenza, dove nessuna emozione domina. Accontentarsi di fare, cioè, un mezzo percorso.

Ecco che questo punto di indifferenza diventa un punto di primo arrivo, uno sforzo probabilmente più abbordabile, dove smettiamo di essere in balia delle emozioni di partenza. Il punto di indifferenza diventa una base più sicura da cui volendo, in seguito, si può ripartire.

Questo può essere un punto di indifferenza strategico, dove le emozioni e le conseguenti reazioni chimiche dei nostri organi si calmano. Il sequestro emozionale di cui siamo vittima si placa. La ragione riprende il sopravvento e possiamo pensare a programmare o almeno a preparaci per la fase successiva, in maniera più lucida e consapevole.

Potremmo decidere di riaffrontare lo stimolo, riavvicinandolo, oppure definitivamente abbandonare la partita (quella partita specifica), alla ricerca di nuove emozioni generate da situazioni diverse.

Il punto chiave è riuscire a diventare indifferenti, pianificando e lavorando per esserlo, considerandolo l’obiettivo di medio termine ed il punto di partenza di un nuovo percorso.

A essere sincero, può anche darsi che non funzioniamo esattamente cosi, ma di una cosa sono certo: l’alternanza dei cicli Yin e Yang è un concetto infallibile.
Di sicuro si passa da una emozione di un tipo al suo opposto.
Come ed in quanto tempo, se in maniera controllata oppure no, può dipendere da noi.
Per farci cosa, poi, è la vera sfida ed il passo successivo.